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venerdì 6 gennaio 2012

La musica, un'arte per un rinnovamento sociale

Patrimonio dell'umanità, motivo d'orgoglio, sogno d'amore: la musica è uno dei beni più preziosi di cui l'uomo è stato messo in condizione di godere. Basta una vita per godere appieno di questo dono, spesso immeritato, e misconosciuto dai più? L'esistenza umana non sarà mai abbastanza lunga per godere totalmente di questa meravigliosa arte, che trascina, trasporta con prepotenza l'animo umano in un turbinio di sensazioni e di emozioni, assolutamente sconosciute a chi non ne è avvezzo. L'anelito all'infinito da cui Schumann era assorbito, la perfezione e lo struggimento romantico di Chopin, il titanismo e la potenza di Beethoven e Brahms, la divina purezza di Mozart, il maestoso e misterioso contrappunto di Bach....momenti unici nella storia del mondo e dell'umanità! Un'arte che deve affratellare e non dividere, al di là dell'effimero umano, per rendere l'uomo, nel suo piccolo, momentaneamente vicino alla grandezza dell'eternità e alla perfezione del cosmo. Gli uomini, dall'alba dei tempi, hanno avuto l'abilità di creare, nel loro transitorio e momentaneo passaggio sulla Terra, i più svariati modi di rendersi eterni e lasciarne le tracce ai posteri. L'alfabeto, la parola, l'immagine....il suono! Nell'arte l'uomo ha sempre espresso il suo io più profondo, la parte migliore di sè, i suoi desideri più nascosti e le passioni più irrefrenabili. Con l'arte dei suoni l'uomo ha avuto la capacità di mettersi in contatto con l'eterno, con l'Assoluto alla maniera di Schelling, un grande esponente dell'idealismo tedesco. Secondo Schelling solo l'artista poteva entrare in contatto con la natura e con la struttura profonda del mondo, perchè lui solo, quale intermediario e testimone dell'immensità del cosmo, poteva riportarne l'eco e la voce presso l'umanità intera. L'artista come simbolo profetico, mediatore tra l'uomo e l'infinità dell'Essere, un uomo non-uomo, creatura straordinaria e paradossale, dotato di una non comune sensibilità. L'arte dei suoni, la musica, è secondo me l'espressione umana che più ha avvicinato gli uomini alla dimensione superna, oltre il "carpe diem" oraziano, l'attimo fuggevole e transitorio, in una dimensione comunitaria e unificatrice. Per vivere in un momento unico l'esperienza del tutto, dell'universale, della totalità e della perfezione cosmica, di cui avremmo solo un'immagine fantastica e indefinita. La musica come arte che unisce, che va oltre il diverso e l'altro, oltre gli odi e le diffidenze. E uno degli esempi più grandi e sublimi di questa funzione catartica e palingenetica della musica è l'ode "An die freude" nella nona sinfonia di Ludwig van Beethoven: musica che unisce, che rinnova, che fa emozionare e fa amare. Rinnovamento e rinascita dell'uomo con nuovi valori e nuove idee attraverso la musica, in un mondo alla maniera kantiana di spiriti eletti, privo di guerra e di odio. L'amore e la perfezione dell'eternità sono i pilastri su cui si fonda una società utopica, nella quale la musica è il maggior fattore di rinnovamento delle coscienze umane. Potesse esistere davvero....l'umanità non sarebbe mai più la stessa!